Il mese di febbraio è il mese più corto dell’anno, eppure ha per il nostro grande cinema italiano molta importanza. Negli ultimi giorni di questo mese, ancora invernale ma con già sprazzi di primavera, è nata 100 anni fa la Charlie Chaplin al femminile ed è morto invece 17 anni fa il comico romano più amato dell’Italia del Novecento. Giulietta Masina e Alberto Sordi non solo condividono quasi le date di nascita e morte, ma sono rispettivamente la moglie e uno dei più grandi amici del più geniale regista italiano del Novecento: Federico Fellini. Entrambi gli attori infatti hanno preso parte ad un suo film del 1952: Lo sceicco bianco. Anche se non fu l’unico film in cui recitarono insieme: c’è anche Fortunella, del 1958, per la regia di Eduardo de Filippo.
Il 22 febbraio 1921, esattamente 100 anni fa, e un anno e un mese dopo il suo compagno di una vita, il grandissimo sceneggiatore e regista Federico Fellini, nasceva a San Giorgio di Piano Giulietta Masina, una delle attrici più talentuose del suo tempo. Tra cinema e v televisione, la Masina ha realizzato una trentina di film. Quelli insieme a Fellini sono sette: il primo ruolo fu appunto per Lo sceicco bianco del 1952, dove interpreta una prostituta di nome Cabiria, e l’ultimo è stato Ginger e Fred del 1986, in cui Masina tornò a lavorare con il marito a vent’anni da Giulietta degli spiriti e con il grande amico Marcello Mastroianni.
All’età di quattro anni si trasferì a Roma a vivere con una zia rimasta vedova e frequentare le elementari e poi il collegio delle Orsoline. Fu nel teatrino delle Orsoline che Giulietta scoprì l’amore per il palcoscenico che continuò a calcare anche durante l’università. La prima scrittura la ottenne nella Compagnia del Teatro Comico Musicale.
Masina incontrò Federico Fellini nel 1943 in radio, lui aveva 23 anni, lei 22. Giulietta interpretava Pallina, personaggio ideato proprio da Federico, nella commedia radiofonica Le avventure di Cico e Pallina.
Federico e Giulietta si sposarono il 30 ottobre 1943, dando vita alla loro unica e splendida unione artistica e sentimentale che durò mezzo secolo.
Dopo il matrimonio, Fellini andò a vedere a teatro Alberto Sordi di cui era amico e dal palco Sordi disse al pubblico: “Non sono andato alle nozze di questo mio amico perché stavo qua, fategli un regalo che costa poco: un applauso”.
Nel 1945 ebbero un bambino, Pier Federico, che morì a pochi giorni e poi non hanno mai più avuto figli.
Il primo successo per Giulietta fu Senza pietà di Alberto Lattuada, dove interpretò Marcella, una giovane prostituta dal cuore d’oro. Viene subito apprezzata, ma a fatica si stacca da questo personaggio che la farà celebre: così appare in Persiane chiuse di Luigi Comencini, Wanda la peccatrice di Duilio Coletti e poi come Cabiria ne Lo sceicco bianco, il vero debutto del marito nel 1952. Seguono Europa 51 di Rossellini, Ai margini della metropoli di Lizzani, Lo scocciatore di Giorgio Bianchi, Donne proibite di Amato.
Ma di tutti i personaggi che ha interpretato, il più emozionante rimane quello di Gelsomina in La strada, ideato apposta per lei dal marito, che aveva rifiutato qualsiasi altra candidatura per il dolce clown che accompagna lo zingaro Zampanò nel suo divagare. Quel ruolo le fece guadagnare il soprannome di “Chaplin al femminile”, e pare che lo stesso maestro del muto dicesse di lei: “She’s the actress I admire the most”. Il film vinse l’Oscar al miglior film straniero e il Leone d’argento a Venezia.
Giulietta è morta il 23 marzo 1994, cinque mesi dopo Fellini, ed è sepolta accanto al marito.
Il 24 febbraio 2003 invece ci lasciava Alberto Sordi, un altro grande e immenso talento della comicità e della romanità cinematografica del suo tempo. Romano di Trastevere, fin da piccolo si esibisce di fronte al pubblico, prima nel “Teatrino delle marionette”, poi come voce bianca nel coro della Cappella Sistina, e a sedici anni incide il primo disco di fiabe per bambini.
Abbandonato l’Istituto di avviamento commerciale, con i soldi guadagnati con il disco, si trasferisce a Milano per iscriversi all’Accademia dei Filodrammatici, ma causa del suo forte accento romanesco gli viene consigliato di desistere dal fare l’attore e decide di trasformare questo suo difetto in opportunità: è il 1936, e Sordi tenta senza successo la strada del teatro le ggero. Appena torna a Roma, partecipa come comparsa al film Scipione l’Africano. L’anno successivo vince un concorso della Metro Goldwin Mayer come doppiatore di Oliver Hardy e debutta nell’avanspettacolo proprio in qualità di imitatore di Stanlio e Ollio, con il nome d’arte di Albert Odisor.
Alternando il teatro al doppiaggio, il doppiaggio al cinema, il cinema alla radio, dopo aver fondato nel 1950 una casa di produzione con il suo amico Vittorio De Sica (la “P.F.C.”, Produzione Film Comici, sciolta l’anno seguente) ottiene finalmente un ruolo da protagonista nel film di Roberto Savarese Mamma mia, che impressione!. L’anno successivo Fellini gli regala la grande occasione con la parte dello sceicco romanesco ne Lo sceicco bianco, ove infatti recita fianco a fianco a Giulietta Masina.
Nel 1953 Sordi conquista definitivamente il pubblico e la critica con I vitelloni, sempre diretto da Fellini, e con Un giorno in pretura di Steno, il film che vede nascere il personaggio di Nando Moriconi, ‘l’americano’, protagonista poi del celebre film Un americano a Roma, del 1954.
Da questo momento in poi darà vita ad una galleria di personaggi tragicomici, molti dei quali saranno l’incarnazione del tipico italiano medio, un po’ cinico e vigliacco, conformista e mammone, che insegue ideali che non si realizzeranno mai. Nel 1965 esordisce dietro la macchina da presa con Fumo di Londra. Nel 1968, ottiene un successo straordinario con Il medico della mutua di Luigi Zampa e inoltre con Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?, diretto da Ettore Scola. Seguono Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (1971), Lo scopone scientifico (1972), Polvere di stelle (1973) e Un borghese piccolo piccolo con un versatile Sordi che conferma di saper utilizzare anche un registro drammatico. Nel 1980 recita nella pellicola di Mario Monicelli Il Marchese del Grillo e nello stesso periodo accanto a Monica Vitti gira Io so che tu sai che io so. Insieme a Carlo Verdone gira In viaggio con papà e Troppo forte (1986).
Nel 2000, in occasione del suo ottantesimo compleanno, il sindaco di Roma lo investe della carica di ‘Sindaco per un giorno’.
Nel 1998 dirige e interpreta insieme a Valeria Marini il film Incontri proibiti, presentato fuori concorso alla 55° Mostra del Cinema di Venezia e riproposto nel 2002 al Festival del cinema di Bologna con il titolo Sposami, papà.
La sua vita privata, invece, è sempre stata blindata: nessun legame sentimentale ufficiale, nessuno scandalo, ha sempre vissuto insieme alle sue sorelle Savina e Aurelia. Di lui si conosce la fede profonda e le donazioni fatte segretamente ad alcune opere religiose. Dopo una grave malattia, l’attore muore all’età di 82 anni nella sua villa di piazza Numa Pompilio.