Dopo gli Oscar, eccoci con i premi nostrani più importanti, i David di Donatello, che si terranno martedì 11 maggio in prima serata su Rai 1. In occasione di questo evento, ecco la prima parte su due dei cinque film candidati alla categoria miglior film: “Le sorelle Macaluso”, un film delicato e violento al contempo, capace di addentrarsi nelle viscere più profonde dell’animo, e “Miss Marx”, un racconto incredibilmente vivo e pieno di emancipazione, attuale più che mai.
“Le sorelle Macaluso”
E’ la fessura che c’è sul muro di questo appartamento intorno al quale ruota tutto che ci permette di addentrarci in un mondo di semplicità, di piccole adulte, di mare, di parole, oggetti vecchi e nuovi, il sapore della Sicilia, dei pupi, della semplicità di una vita fatta di legami e di avventure alla giornata. Quando una tragedia si compie, ci si incolpa a vicenda e nasce il rimorso o si cerca di sostenersi a vicenda? Questa è la storia di come le sorelle Macaluso, senza genitori e lasciate a loro stesse con le loro colombe, si fanno strada nella vita, con sogni, aspirazioni, passioni. La vita però a volte fin troppo crudele e non lascia un momento di pace a nessuna di loro tranne che nella spensierata giovinezza. Maria, Pinuccia, Lia, Katia e Antonella, la più piccola, che osserva il mondo con i suoi ingenui occhi da bambina, ridono, litigano, si truccano, ballano, mentre cercano di evitare di finire nel baratro. Un giorno d’estate, decidono di andare tutte ‘a Charleston’, un mare privato, dove si bagnano incoscienti di quello che potrebbe succedere se nessuna presta abbastanza attenzione. Antonella diventerà il filo che le lega tutte quante, un filo pieno di errori, di ricuciture, di rimorsi. Le vediamo crescere, attraversare la giovinezza, l’età adulta e la vecchiaia. Non capiamo bene quando si passa da una fase della vita a un’altra, solo nel finale diventa chiaro, ma inizialmente lo si percepisce dai comportamenti standardizzati che ormai si sono imparati a riconoscere di ognuna di loro. Contiamo quanti piatti a tavola mettono, cerchiamo di capire quale comunicazione imminente una di loro deve fare, viviamo in questa casa intorno alla quale tutto ruota. Questa pellicola entra con grande delicatezza e crea squarcio di realtà che si insinua nell’animo e guarda dentro in modo così doloroso ma così vero. Dolorosamente reale. Emma Dante è riuscita a rendere una tragedia in un qualcosa di più intimo, di più profondo. Tutti possiamo rivederci in una delle sorelle, possiamo ridere con loro, dispiacerci per loro, piangere con loro, sentirle dentro così profondamente da capire perfettamente le loro anime rotte. Le attrici sono veramente bravissime, dalla più piccola alla più grande nessuna pare recitare, sembrano essere esattamente loro stesse quei personaggi che interpretano. Sono creature fragili e umane, sono corpi nudi e privi di protezione, di scudi, o forse hanno un muro così alto e potente che non mostra più le loro verità nascoste. E’ una storia così semplice ma così intima da non poterla descrivere, va semplicemente vissuta. La colonna sonora ha sempre uno stesso brano, un brano di musica classica che si ripete continuamente per tutto il film, ma che sembra essere adatto esattamente ad ogni situazione per quanto diversa l’una dall’altra.
Tratta da una pièce teatrale e candidato a miglior film, è in gara anche nelle categorie di miglior fotografia, miglior trucco, migliori acconciature e Emma Dante è stata candidata anche a miglior regia.
“Miss Marx”
Cosa si prova ad essere la figlia più piccola di uno dei maggiori politici e filosofi della fine dell’Ottocento? Eleanor sapeva benissimo con quale personaggio avrebbe dovuto misurarsi, eppure non è stata da meno. La storia vera di Jenny Julia Eleanor Marx, chiamata “Tussy”, ha un’incredibile l’intelligenza e un’indole combattiva: ciò la rende la persona più adatta a tenere vive le ideologie paterne. Dunque è lei a battersi per i diritti dei lavoratori, le pari opportunità nell’ambito dell’istruzione e il suffragio universale, e soprattutto il lavoro minorile. E’ una potente attivista, traduttrice e sindacalista. Ma nella vita privata Eleanor non è così lucida e determinata: il suo compagno di vita, Edward, è infatti uno spendaccione fedifrago di cui lei non sa liberarsi.
Il film di Susanna Nicchiarelli parla di una figura incredibilmente forte, ma che in quanto donna non viene mai accennata, insegnata, raccontata nelle scuole e nella vita. E’ affascinante e fa venire voglia di saperne di più riguardo questa figura così potente, oltre che voler lottare con lei per tutte quelle ingiuste condizioni nelle quali riversano i bambini e le donne dell’epoca. L’incredibile ritmo e la colonna sonora rendono il film vivace, con la musica come protagonista di tutto il filo del racconto. E’ un momento particolare di eccitazione con la musica stessa cantata a squarciagola dall’attrice che interpreta Eleanor, Romola Garai, che guarda in macchina e ci coinvolge nella sua danza allegra e disperata al contempo. Ma non è l’unico momento in cui Eleanor ci guarda direttamente e distrugge quella famosa quarta parete tanto cara al cinema: distruggerla significa creare un varco tra la finzione e la realtà, perché si vuole andare a connettere questi due mondi per far passare un messaggio importante tanto ieri quanto oggi. Riusciamo ad essere immersi nel racconto e a creare importanti riflessioni in particolari momenti pieni di pathos e teatralità costruiti attraverso monologhi incredibili, densi di significato e con messaggi importanti ancora ad oggi. La realtà viene rappresentata senza filtri in ogni momento, con la vita della fine dell’Ottocento che in fondo non è così tanto diversa da quella di oggi. Il film spesso prende le vie quasi del documentario quando le foto in bianco e nero vengono alternate al racconto, e a volte anche di un pamphlet, nel momento in cui il tono incredibilmente satirico ma altamente critico prende in giro la società retrograda e problematica dell’epoca. Accanto a questi momenti, molti sono quelli di riflessione e serietà però, fatti apposta per entrare nelle menti dello spettatore e farlo rendere conto che sono ancora molte le cose da fare in particolare per i diritti delle donne.
Il film è candidato in ben undici categorie: miglior film, miglior regia, miglior produttore, miglior scenografia, miglior fotografia, miglior trucco, migliori acconciature, migliori costumi, miglior colonna sonora, miglior suono e migliori effetti visivi.