La nascita della Repubblica Italiana avvenne il 2 giugno 1946, in seguito ai risultati del referendum istituzionale per scegliere fra monarchia o repubblica indetto quel giorno per determinare la forma di governo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. I voti validi in favore della soluzione repubblicana furono circa due milioni più di quelli per la monarchia.
E’ importante ricordare come nel 1945 il Regno d’Italia istituì il suffragio femminile, perciò le donne votarono nel 1946 durante quello che fu il primo voto su scala nazionale, e alle elezioni politiche dell’Assemblea costituente. Nel ricordare questa giusta conquista raggiunta dal nostro Paese, la Rai ha deciso nel 2016 di raccontare le storie delle donne che all’epoca erano poco più che maggiorenni, e che assistettero a questo grande risultato in una miniserie televisiva che celebra i settant’anni da questo momento: Le ragazze del ‘46 (qui il link per vedere i cinque episodi sulla piattaforma di Rai Play https://www.raiplay.it/programmi/leragazzedel46) .
Sempre su Rai Play, nel 1971, durante il venticinquesimo anniversario del referendum istituzionale, la Rai celebrò la nascita della Repubblica Italiana rievocando quelle storiche giornate in una serie di tre documentari, ognuno diretto da un grande nome del cinema o della televisione: Sandro Bolchi, Vittorio De Sica ed Ermanno. Qui di seguito il link per vedere Nascita della Repubblica: https://www.raiplay.it/programmi/nascitadellarepubblica.
Un cortometraggio che invece merita di essere citato è quello condotto dalla Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti di Milano, che nel 2016 ha rappresentato in soli dieci minuti la serata di una famiglia di farmacisti milanesi che precedeva il referendum che si sarebbe tenuto il 2 giugno 1946. Domani, 2 giugno 1946 trasporta lo spettatore indietro nel tempo: grazie alla scena a 360°, il pubblico può esplorare l’ambiente in tutte le direzioni. Lo spettatore, seduto alla tavola della famiglia, è un invitato dal futuro. Nel bel mezzo di discussioni tragicomiche che faranno trapelare il passato, i traumi e le ideologie dei personaggi, non mancheranno le sorprese. Il film sarà introdotto da un corridoio multimediale ricco di documenti storici che raccontano di questo passaggio epocale della storia italiana.
La scrittura della sceneggiatura è avvenuta in parallelo alle prove tecniche. Gli studenti hanno testato fin da subito il supporto che regge le sei telecamere necessarie a ricostruire l’ambiente a 360°, mentre sulla messa in scena si è lavorato su più fuochi simultanei di azione, tenendo conto che ogni personaggio è in scena per tutta la durata del cortometraggio. Si è indagato sul limite tra la passività di uno spettatore tradizionale e la nuova possibilità, offerta da questa tecnologia, di interazione con l’immagine: di fatto lo spettatore, da seduto, ruotando lo sguardo, è come se “montasse” il film, scegliendo le sue inquadrature e la sua propria linea narrativa. Nella fase di post-produzione si è lavorato con software appositi per far cogliere al meglio le immagini delle sei camere, aggiungendo inoltre, tramite la tecnica green screen fuori dalle finestre, scorci che raccontassero la Milano dell’epoca.
Infine, immancabile è il contributo di Dino Risi del 1961, un film in cui il sodalizio con l’immenso Alberto Sordi lo fa apparire come uno dei migliori dell’epoca. Una vita difficile è la storia autobiografica di Rodolfo Sonego, partigiano, con il nome di battaglia di Benvenuto Cellini, pittore e narratore, di origini bellunesi. Il film rievoca la sua esperienza di partigiano/letterato, le sue vicissitudini a Roma nel primo dopoguerra, prima di affermarsi nel cinema. Alberto Sordi interpreta la parte del protagonista, che prende il nome di Silvio Magnozzi, anche se egli inizialmente era scettico riguardo il recitare la parte dell’idealista e comunista. E’ un affresco storico che inizia durante la resistenza sulle sponde del lago di Como e prosegue a Roma, dove l’ex partigiano tenta la fortuna come giornalista e aspirante romanziere. Una scena fondamentale del film è quella in cui viene rivelato l’esito del Referendum il 5 giugno 1946 durante una cena a casa di nobili in cui i protagonisti sono invitati: la Repubblica vince, e gli aristocratici sconfitti abbandonano il tutto in lacrime, mentre i protagonisti si ritrovano a mangiare quello che è rimasto.
Non ci resta che ricordare questa giornata attraverso il cinema, la forma d’arte che permette di vedere rappresentata quella realtà che ci pare lontanissima, ma che diventa attuale più che mai ogni giorno.