Un nuovo episodio di Radio Dado esce domani 24 dicembre.
In questa puntata ci addentriamo in un lato oscuro e affascinante della storia culturale italiana: la Milano noir raccontata tra gli anni ’60 e ’80 attraverso libri, film e musica.
Tutto è iniziato con una notizia curiosa: il sindaco di Avetrana ha chiesto di bloccare una serie sul caso di Sara Scazzi, considerandola lesiva per l’immagine della città. Questo mi ha fatto riflettere su una domanda: cosa avrebbero detto i sindaci di Milano quando libri e film ne mostravano un volto violento e controverso?
Giorgio Scerbanenco: Il padre del noir italiano
Per parlare di Milano noir, dobbiamo partire da Giorgio Scerbanenco. I suoi romanzi hanno tracciato un ritratto crudo della città negli anni ’60: una metropoli apparentemente prospera, ma segnata da crepe profonde. Con il suo personaggio Duca Lamberti, Scerbanenco ha trasformato Milano in un riflesso oscuro dei suoi abitanti, tra miseria, ingiustizie e crimini.
Scoprii i suoi libri anni fa, durante la scuola di fumetto, e ne rimasi affascinato. Quella Milano fredda e violenta, fatta di periferie dimenticate e anime spezzate, aveva un’umanità che non poteva lasciare indifferenti.
Dai libri al grande schermo
L’eredità di Scerbanenco ha ispirato numerosi film noir e polizieschi, accompagnati da colonne sonore iconiche, spesso firmate da maestri come Ennio Morricone. In pellicole come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, gli attori Gian Maria Volonté, Maurizio Merli e Gastone Moschin hanno dato volto a personaggi ambigui, in cui il confine tra bene e male era labile.
Quella Milano noir, raccontata in modo così vivido, non è solo un pezzo di storia. È un ritratto di un’Italia complessa, fatta di contrasti, tensioni sociali e culturali che hanno plasmato intere generazioni.
Sulle note di queste storie, vi salutiamo, augurandovi buone feste. Ci risentiamo nel 2025 con nuove riflessioni e racconti!