Finalmente è giunta la notte più attesa dell’anno: la notte degli Oscar! La notte tra il 25 e il 26 aprile le case dei cinefili erano illuminate e piene di scorte di pop corn, bibite e caffè per cercare di rimanere svegli fino alle 5.30 del mattino, orario di conclusione della cerimonia. Quest’anno, in una veste completamente nuova, il Dolby Theatre è stato allestito all’esterno con eccezionali costruzioni floreali per tutti gli invitati, mentre all’interno pochi tavoli e un piccolo palco accoglievano i candidati.

E’ stata una notte in cui le tre più importanti categorie sono andate a “Nomadland” di Chloé Zhao, la prima regista asiatica e la seconda dal 2010 a vincere il premio per la migliore regia, oltre che per miglior film e miglior attrice protagonista per Frances McDormand. L’altra donna in gara con Chloé Zhao è stata Emerald Fennell, che ha vinto la categoria di miglior sceneggiatura originale per il film “Una donna promettente”.

Dopo aver dato per spacciato “Mank”, quasi come di “The Irishman” dello scorso anno, molte nomination ma zero vincite, ci si è dovuti ricredere (ha vinto miglior scenografia e miglior fotografia) e il suo posto l’ha preso “Il processo ai Chicago 7”, che pur avendo avuto ben sei nomination, non porta a casa nessuna statuetta.

Stessa sorte per l’Italia, che non incassa nemmeno un premio né nella categoria dei migliori costumi con Massimo Cantini Parrini per “Pinocchio”, né in quella di miglior trucco e acconciatura con Mark Coulier, Dalia Colli e Francesco Pegoretti per lo stesso film, e nemmeno nella categoria miglior canzone con Laura Pausini e la sua “Io sì (Seen)”.

Tra i momenti più iconici della serata abbiamo Yoon Yeo-jeong che ha vinto nella categoria di miglior attrice non protagonista ma che giunta sul palco non ha potuto fare altro che rivolgere le sue attenzioni a Brad Pitt, il presentatore della sua categoria, e questo non perché lei si sia sentita “grata di aver incontrato un così bell’uomo”, ma perchè egli, che è stato proprio il produttore del film “Minari”, non si è visto nemmeno una volta sul set. Una bella frecciatina era quel che serviva.

E non dimentichiamoci di Glenn Close, che alla sua ottava nomination agli Academy Awards per “Elegia americana” nella categoria miglior attrice non protagonista, ci regala un momento indimenticabile mettendosi a twerkare in un intermezzo tra un premio e l’altro.

L’unico momento che ha fatto storcere un pò il naso è stato l’In Memoriam, che a causa della velocità della base scelta per far scorrere nomi e immagini si è trasformato in un momento confusionario più che di commozione e ricordo.

 


Ecco l’elenco di tutti i vincitori:

Miglior film

Nomadland, regia di Chloé Zhao

Miglior regia

Chloé Zhao – Nomadland

Migliore sceneggiatura originale

Emerald Fennell – Una donna promettente (Promising Young Woman)

Migliore sceneggiatura non originale

Christopher Hampton e Florian Zeller – The Father

Miglior film internazionale

Un altro giro (Druk), regia di Thomas Vinterberg (Danimarca)

Migliore attore non protagonista

Daniel Kaluuya – Judas and the Black Messiah

Miglior trucco e acconciatura

Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal e Jamika Wilson – Ma Rainey’s Black Bottom

Migliori costumi

Ann Roth – Ma Rainey’s Black Bottom

Miglior sonoro

Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés e Phillip Bladh – Sound of Metal

Miglior cortometraggio

Two Distant Strangers, regia di Travon Free e Martin Desmond Roe

Miglior cortometraggio d’animazione

Se succede qualcosa, vi voglio bene (If Anything Happens I Love You), regia di Michael Govier e Will McCormack

Miglior film d’animazione

Soul, regia di Pete Docter

Miglior cortometraggio documentario

Colette, regia di Anthony Giacchino

Miglior documentario

Il mio amico in fondo al mare (My Octopus Teacher), regia di Pippa Ehrlich e James Reed

Migliori effetti visivi

Andrew Jackson, David Lee, Andrew Lockley e Scott Fisher – Tenet

Migliore attrice non protagonista

Yoon Yeo-jeong – Minari

Migliore scenografia

Donald Graham Burt e Jan Pascale – Mank

Migliore fotografia

Erik Messerschmidt – Mank

Miglior montaggio

Mikkel E. G. Nielsen – Sound of Metal

Migliore colonna sonora

Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste – Soul

Migliore canzone

Fight For You (musiche di H.E.R. e Dernst Emile II, testo di H.E.R. e Tiara Thomas) – Judas and the Black Messiah

Migliore attrice protagonista

Frances McDormand – Nomadland

Migliore attore protagonista

Anthony Hopkins – The Father